Integrazione: lo Stato e l’economia agiscono insieme

Berna. Oggi a Berna la Confederazione, i Cantoni, le città, i Comuni e le associazioni dell’economia hanno approvato obiettivi comuni e quantificabili per promuovere l’integrazione dei lavoratori stranieri. In occasione del dialogo sull’integrazione sul posto di lavoro il mondo economico ha presentato i primi contributi concreti verso il conseguimento di questi obiettivi. Il dialogo è un’iniziativa della Conferenza tripartita sugli agglomerati (CTA).

Guy Morin, presidente della CTA e del Governo del Cantone di Basilea Città, ha ricordato la 2a Conferenza nazionale sull’integrazione del 12 maggio 2011, durante la quale si era discusso pubblicamente della strategia per potenziare la politica d’integrazione svizzera, elaborata congiuntamente da Confederazione, Cantoni, città e Comuni nell’ambito della CTA. Ora questa strategia va attuata nel dialogo con le organizzazioni non statali e con gli attori privati.

Responsabilità congiunta di tutti i partecipanti

Lo scopo del dialogo è anche quello di agire insieme per conseguire interessi comuni, ha rilevato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha sottolineato che l’aumento dell’immigrazione dipende principalmente dalla domanda da parte dell’economia. Ora, è anche nell’interesse dell’economia che gli stranieri si integrino con successo e durevolmente. Per questo è importantissimo che dispongano delle conoscenze linguistiche e delle qualifiche professionali necessarie per potersi adeguare ai cambiamenti strutturali dell’economia. La loro buona volontà e offerte statali efficaci non sono sufficienti. Anche il mondo economico deve partecipare attivamente. Attenzione particolare va riservata alla promozione dell’integrazione delle donne immigrate, spianando loro la strada verso il mercato del lavoro.

Rozan Kayra, assistente sociale e terapeuta sistemica accolta in Svizzera come rifugiata, ha fatto rilevare gli ostacoli incontrati nel suo processo d’integrazione come ad esempio l’inadeguatezza dei corsi di lingua. La grande maggioranza degli stranieri, a prescindere dal fatto che siano lavoratori o rifugiati, desidera integrarsi: «Siamo pronti a dare molto per riuscirci, ma non ce la possiamo fare da soli. Abbiamo bisogno dell’impegno dello Stato e del mondo economico».

Una stretta collaborazione è fondamentale

Pascal Broulis, consigliere di Governo del Cantone di Vaud e presidente della Conferenza dei Governi cantonali, ha spiegato che Confederazione, Cantoni e associazioni comunali sostengono la libera circolazione delle persone, che garantisce alla Svizzera un profitto economico. Affinché gli immigrati possano integrarsi con successo è fondamentale che vi sia una stretta collaborazione tra Stato ed economia. Nei prossimi anni i temi chiave saranno l’informazione, la sensibilizzazione, la lingua, la formazione e l’integrazione nel mercato del lavoro. Inoltre è importante sensibilizzare i datori di lavoro affinché assegnino i posti vacanti a lavoratori già residenti in Svizzera invece di reperirne sempre di più dall’estero.

Jean-François Rime, presidente dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, ha sottolineato in nome delle associazioni dei datori di lavoro coinvolte, che molte imprese già promuovono attivamente l’integrazione dei loro dipendenti. Ai datori di lavoro non si possono accollare ulteriori costi. Le associazioni sono pronte a informare in modo mirato sulle questioni legate all’immigrazione e sulle offerte statali di promozione. L’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, ad esempio, distribuirà un promemoria in cui si spiegano i vantaggi di una buona integrazione dei dipendenti e si forniscono indicazioni pratiche ai datori di lavoro.

Sostenere gli sforzi dello Stato

Klaus Künzli, presidente di GastroSuisse, ha presentato l’offensiva formativa «Ben informati – meglio integrati». I temi dell’integrazione e della comunicazione interculturale costituiscono un elemento fisso della formazione d’esercente albergatore. Dal 2013 saranno inseriti anche nel primo livello di formazione, che viene completato da circa 1000 persone ogni anno. In tal modo se ne potenzia l’effetto, spronando le classi dirigenziali a contribuire attivamente all’integrazione dei dipendenti.

Heinrich Bütikofer, vicedirettore della Società svizzera degli impresari-costruttori, ha illustrato il progetto pilota «Il tedesco in cantiere» dei partner sociali del settore edile: nel semestre invernale 2012/2013 un totale di circa 50 operai a Basilea, Berna, Frauenfeld e San Gallo frequenterà nel cantiere due lezioni gratuite di tedesco alla settimana. Una volta conclusa la fase pilota, i partner sociali hanno in programma di estendere il progetto a tutto il Paese. In tal modo intendono sostenere gli sforzi dello Stato per promuovere l’integrazione linguistica e aumentare le qualifiche degli operai.

Proseguire il dialogo a livello regionale

Marcel Guignard, sindaco di Aarau e presidente dell’Unione delle città svizzere, ha spiegato, anche a nome dell’Associazione dei Comuni svizzeri, che città e Comuni desiderano portare dal livello nazionale a quello regionale il forte impulso del dialogo sull’integrazione tra Stato ed economia. Per rendere noti al pubblico esempi innovativi coronati dal successo è stato creato un sito Internet (www.dialog-integration.ch), che si prefigge non solo di informare, ma anche di motivare a impegnarsi nel dialogo sull’integrazione.
 

Ultima modifica 30.10.2012

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