La Svizzera applica un nuovo strumento per individuare gli abusi in materia di visti

Berna. La Svizzera è uno dei primi Stati Schengen ad applicare un nuovo strumento per individuare gli abusi in materia di visti: il confronto delle impronte digitali dei richiedenti l’asilo con la banca dati centrale europea sui visti CS VIS. Ciò consente di identificare più rapidamente i richiedenti l’asilo entrati in Svizzera con un visto Schengen.

Grazie al confronto dattiloscopico è possibile stabilire quale Stato Schengen ha rilasciato un eventuale visto a un richiedente l’asilo ed è competente per il trattamento della domanda d’asilo in virtù dell’accordo d’associazione a Dublino. La rapida identificazione del richiedente consente di velocizzare anche l’acquisizione dei documenti e l’allontanamento verso il Paese d’origine qualora la domanda d’asilo sia respinta.

Dall’introduzione, il 12 dicembre 2012, la nuova procedura denominata «Asilo CS-VIS» ha dato un riscontro positivo in 87 casi. Nella maggior parte di essi è stata avviata rapidamente la procedura Dublino ed è stato possibile attribuire senza indugio l’esame della domanda d’asilo allo Stato competente.

La banca dati sui visti CS VIS completa la banca dati europea EURODAC in cui sono registrati sia i richiedenti l’asilo sia le persone che soggiornano illegalmente nello spazio Schengen o che sono state fermate all’atto di attraversare illegalmente la frontiera esterna.

Strategia di gestione integrata delle frontiere della Svizzera

«Asilo CS-VIS» è un provvedimento concreto per l’attuazione della strategia di gestione integrata delle frontiere della Svizzera, adottata dal Consiglio federale il 1° giugno 2012. In precedenza erano già state adottate altre misure di lotta alla migrazione illegale. Dal novembre 2012, per esempio, la Svizzera impiega in tre aeroporti selezionati situati sul territorio di Stati terzi dei consulenti in materia di documenti, detti anche Airline Liaison Officer (ALO). Trattasi di specialisti in materia di documenti che consigliano e formano il personale delle compagnie di trasporto aereo per quanto concerne i controlli dei documenti. L’obiettivo è di fermare la migrazione illegale già negli Stati di provenienza o di transito.

Al momento un gruppo di lavoro della Confederazione sta elaborando, con il concorso delle autorità cantonali, un piano d’azione per l’attuazione completa della strategia di gestione integrata delle frontiere della Svizzera. Si attendono i primi risultati per la fine del 2013.

Ultima modifica 01.03.2013

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