Partecipazione al Fondo Schengen per la sicurezza interna: avviati i negoziati

Berna. Oggi a Bruxelles sono stati avviati i negoziati per la partecipazione della Svizzera al Fondo per la sicurezza interna nell'ambito della protezione delle frontiere nello spazio Schengen (ISF-Frontiere), che contribuisce a rendere più efficaci i controlli migliorando la protezione delle frontiere esterne. L’accordo aggiuntivo da negoziare definisce le modalità di partecipazione. I negoziati sono condotti di concerto con gli altri Stati associati, ossia Norvegia, Liechtenstein e Islanda.

Il Fondo per la sicurezza interna è un fondo di solidarietà per il periodo 2014–2020, istituito in favore degli Stati Schengen particolarmente sollecitati, ossia gravati da permanenti costi elevati per la protezione delle frontiere esterne a causa di frontiere terrestri e marittime estese o di importanti aeroporti internazionali. Il 6 giugno 2014 il Consiglio federale aveva già deciso di recepire il nuovo regolamento UE sotto forma di sviluppo dell’acquis di Schengen, fermo restando il benestare del Parlamento.

Definire i contributi annuali e le disposizioni d’attuazione

Le modalità specifiche della partecipazione vanno codificate in un accordo aggiuntivo tra l’Unione europea e gli Stati associati (oltre alla Svizzera: Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L’accordo dovrà in particolare definire i contributi finanziari degli Stati associati e le necessarie disposizioni d’attuazione in materia di controllo e gestione finanziaria. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) prevede contributi annuali di circa 20 milioni di franchi, già registrati nel piano finanziario 2016–2018.

Ratifica parlamentare

L’accordo aggiuntivo sarà sottoposto alle Camere federali per ratifica, insieme allo scambio di note per il recepimento del nuovo regolamento. Non occorrono modifiche di legge.

Ultima modifica 20.10.2014

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