Famiglia afghana trasferita in Italia

Berna. In novembre la Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso di autorizzare la Svizzera a rinviare le famiglie verso l’Italia soltanto dopo aver ottenuto determinate garanzie dall’Italia. Sempre in novembre, la Svizzera ha ottenuto queste garanzie nel caso di una famiglia afghana – parte civile del caso giudiziario – che nel frattempo è partita a destinazione dell’Italia.

Il 31 marzo una famiglia afghana è stata rinviata dalla Svizzera verso l’Italia. Attualmente vive in un alloggio adeguato all’età dei figli, come richiesto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU). L’Italia ha peraltro garantito che la famiglia non sarà separata – anche questa, ossia l’unità della famiglia, una condizione posta dalla Corte EDU.

L’Italia assicura le garanzie richieste

Secondo la sentenza pronunciata a inizio novembre 2014 dalla Corte EDU nel caso di una famiglia afghana, per poter trasferire una famiglia verso l’Italia in virtù dell’accordo Dublino la Svizzera deve chiedere all’Italia la garanzia che la famiglia non venga separata e che i figli siano alloggiati in modo adeguato alla loro età. Successivamente il capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno italiano, Mario Morcone, ha assicurato alla Svizzera che per tutti i singoli casi di trasferimento di famiglie l’Italia avrebbe fornito le garanzie richieste1).

Ultima modifica 01.04.2015

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