Nel dicembre 2015 il Consiglio federale ha deciso di migliorare in modo permanente l’integrazione professionale dei rifugiati riconosciuti e delle persone ammesse provvisoriamente. Grazie a un pretirocinio d’integrazione della durata di un anno, i rifugiati e le persone ammesse provvisoriamente acquisiscono conoscenze linguistiche specificamente attinenti alla professione, conoscono le norme che governano il mercato del lavoro svizzero e acquisiscono le necessarie qualifiche scolastiche e le prime qualifiche professionali grazie alle quali accedere poi con successo a un regolare percorso di formazione professionale.
Già durante il primo anno è stato possibile offrire circa 700 posti. Al progetto pilota partecipano per il momento 18 Cantoni e dodici associazioni settoriali. I primi riscontri sia dei Cantoni sia delle aziende coinvolte sono promettenti. Lo scorso mese di agosto, nel solo Cantone di Berna, ben 105 tirocinanti di età compresa tra i 15 e i 34 anni provenienti da 16 Paesi hanno iniziato un pretirocino d’integrazione in 80 aziende. Circa due terzi hanno già concluso un contratto d’apprendistato. Le cifre per l’intera Svizzera saranno disponibili verso la fine dell’anno.
Portare avanti l’Agenda Integrazione
Il PTI è in linea con gli obiettivi dell’Agenda Integrazione Svizzera (AIS). Lo scorso anno la Confederazione e i Cantoni si sono prefissati di stanziare crediti supplementari per la promozione dell’integrazione e definire obiettivi d’efficacia vincolanti entro il maggio 2019. Il programma pilota contribuisce pertanto al conseguimento dell’obiettivo comune di politica della formazione della Confederazione e dei Cantoni, il quale prevede che il 95 per cento di tutti i ragazzi e giovani adulti in Svizzera disponga di una formazione di livello secondario II.
I partecipanti ai PTI hanno la possibilità di acquisire le competenze pratiche, scolastiche e linguistiche necessarie per accedere a una formazione professionale di base in vista di conseguire l’attestato federale di capacità o il certificato federale di formazione pratica. L’integrazione professionale di queste persone riduce peraltro i costi dell’aiuto sociale ed è pegno di una maggiore coesione sociale, per cui in ultima analisi è nell’interesse di tutti: delle persone che hanno dovuto fuggire la propria patria ma anche dei settori economici e delle aziende svizzeri, dei Cantoni e della Confederazione.
Ulteriori aziende ed estensione ai cittadini di Stati membri dell’UE/AELS e di Stati terzi
Il successo dei PTI non è scontato. L’impegno dell’economia resta imprescindibile anche per il secondo anno di programma. In vista dell’avvio, previsto nell’agosto 2019, si cercano nuove aziende disposte a proporre posti di formazione nel quadro dei PTI. Il programma può peraltro contribuire a contenere la penuria di manodopera che, in diversi settori economici svizzeri, va viepiù accentuandosi.
Anche sulla base di questo effetto positivo e dei risultati promettenti del primo anno di PTI, alla metà di maggio il Consiglio federale ha deciso di estendere il programma pilota, a partire dal 2021, anche ai ragazzi e ai giovani adulti cittadini di Stati dell’UE/AELS e di Stati terzi al di fuori del settore dell’asilo. Ha inoltre deciso di prorogare il programma di ulteriori due anni, ossia fino all’anno di formazione 2023/24.
Ultima modifica 27.05.2019