Prassi coerente nell’ammissione provvisoria di cittadini eritrei

Berna, 18.12.2020 - Il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di esaminare l’ammissione provvisoria di 3400 cittadini eritrei. Queste verifiche hanno condotto alla revoca dell’ammissione provvisoria in 83 casi, 63 dei quali con decisione passata in giudicato. Queste persone devono lasciare la Svizzera. Nella seduta del 18 dicembre 2020, il Consiglio federale ha approvato il pertinente rapporto. Quest’ultimo illustra i margini ristretti per la revoca di un’ammissione provvisoria come confermato da una decisione di principio del Tribunale amministrativo federale.

A prescindere dal Paese di provenienza delle persone ammesse provvisoriamente, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è tenuta per legge a verificare periodicamente se le condizioni per la loro ammissione provvisoria continuano ad essere soddisfatte. Discostandosi per la prima volta dalla sua precedente prassi, nel 2017 il Tribunale amministrativo federale ha giudicato un ritorno in Eritrea in linea di massima esigibile. In seguito, il Parlamento ha incaricato nel 2018 il Consiglio federale di esaminare l'ammissione provvisoria di 3400 cittadini eritrei (mozione 18.3409) che non avevano ottenuto l'asilo in Svizzera, ma per i quali la SEM aveva giudicato un rientro in Eritrea inesigibile in base al diritto vigente e alla giurisprudenza del Tribunale amministrativo federale.

Queste verifiche, svoltesi tra febbraio 2018 e settembre 2019, hanno infine condotto alla revoca dell'ammissione provvisoria in 83 casi. Il Tribunale amministrativo federale ha finora accolto sei ricorsi mentre 14 sono ancora pendenti. 63 decisioni di revoca sono passate in giudicato il 15 novembre 2020.

Il Tribunale amministrativo federale pone requisiti elevati alla revoca di un'ammissione provvisoria e nell'ambito dell'esame della proporzionalità attribuisce una grande importanza anche alla durata del soggiorno che l'interessato ha trascorso in Svizzera. Nella sua ultima sentenza di principio del 28 ottobre 2020, il tribunale ha ribadito che prima di revocare un'ammissione provvisoria e anche quando non vi sono più ostacoli all'esecuzione dell'allontanamento, si deve sempre tener conto della proporzionalità. Per queste ragioni, in tutti gli altri casi esaminati, la SEM non ha potuto revocare l'ammissione provvisoria in quanto un rientro in Eritrea continua a non essere esigibile oppure la revoca dell'ammissione provvisoria appare sproporzionata. Poiché l'Eritrea continua a non accettare i rimpatri forzati, non è stato possibile eseguire l'allontanamento coatto delle persone cui è stata revocata l'ammissione provvisoria.

Analisi della prassi di asilo e di allontanamento per i cittadini Eritrei

Dal 2015 il numero delle domande di asilo dei cittadini eritrei è fortemente calato. Mentre nel 2015 poco meno di 10 000 eritrei hanno chiesto asilo in Svizzera, a fine settembre 2020 le domande erano solo 1346. Solamente il 9,4 per cento di queste domande è stato presentato a seguito di un'entrata irregolare in Svizzera; le restanti domande riguardavano per lo più nascite registrate nel nostro Paese (67,5 %) e il ricongiungimento familiare (13,6 %). Nel 2020, fino a settembre la quota di riconoscimento dei richiedenti l'asilo provenienti dall'Eritrea era del 65 per cento, mentre la quota di protezione dell'86 per cento.

Mentre un rientro volontario in Eritrea è possibile in qualsiasi momento, a tutt'oggi le autorità eritree non accettano i rinvii coatti né dalla Svizzera né da altri Stati e quindi non rilasciano i documenti necessari per l'esecuzione dell'allontanamento. Per questa ragione anche il numero dei rientri volontari in Eritrea è piuttosto basso; conseguentemente la Svizzera promuove il ritorno volontario, in particolare finanziando dal 2017 progetti pilota in loco nell'ambito della formazione professionale. La promozione del rientro volontario resta un aspetto centrale per la Svizzera. Nel contempo il nostro Paese si adopera per migliorare la cooperazione con l'Eritrea nel settore del ritorno sia a livello bilaterale che nel quadro di un dialogo congiunto con la Germania, la Svezia e la Norvegia.


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Ultima modifica 30.01.2024

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