Dieci argomenti contrari alla nuova politica di contingentamento

Berna, 13.06.2013 - La Commissione federale della migrazione CFM considera le proposte dell’iniziativa popolare «Contro l’immigrazione di massa» irrealistiche e contrarie all’interesse nazionale della Svizzera: creano conflitti d’interesse nell’ambito della politica migratoria e nuocciono all’economia, imponendole un sistema rigido e burocratico. La CFM invoca dieci argomenti contrari alla proposta politica di contingentamento.

Con l'iniziativa popolare «Contro l'immigrazione di massaۚ», l'UDC intende controllare l'immigrazione in Svizzera limitando il numero di permessi di dimora per tutti gli stranieri mediante «tetti massimi annuali e contingenti annuali». Il progetto sarà trattato in Consiglio nazionale durante la sessione estiva. La CFM si è interrogata sugli effetti di una tale politica di contingentamento. In una pertinente presa di posizione indica dieci argomenti contrari alle proposte dell'UDC.

Sottoporre tutti gli stranieri a contingenti sarebbe una soluzione rigida e burocratica da cui scaturirebbero «gravi conflitti d'interesse», spiega Etienne Piguet, vicepresidente della CFM. I contingenti proposti dall'iniziativa sarebbero applicabili a tutte le tipologie di migranti: lavoratori, persone che raggiungono famigliari in Svizzera, rifugiati, frontalieri. «Ora, la politica economica va chiaramente distinta dalla politica d'asilo», prosegue Piguet. «Non è concepibile mettere in concorrenza tra loro interessi economici e considerazioni umanitarie.» Il contingentamento globale metterebbe a repentaglio anche il diritto fondamentale alla vita familiare. È giusto limitare il ricongiungimento familiare (anche nei riguardi dei cittadini svizzeri) a favore della manodopera di cui necessita l'economia o viceversa?

Secondo la CFM, la definizione dei contingenti creerebbe conflitti di concorrenza tra i diversi gruppi d'interesse: a chi attribuire contingenti più cospicui, al ramo gastronomico o a quello sanitario? Come non pensare a un incremento del lavoro nero quale risultante di una copertura insufficiente del fabbisogno di manodopera in un dato settore?

La CFM è inoltre convinta che una politica di contingentamento qual è proposta dall'iniziativa non risolverebbe i problemi legati alla crescita. «Si avrebbero congestionamenti per quanto riguarda il traffico e l'erogazione dell'elettricità anche senza l'immigrazione», chiosa il presidente della CFM Walter Leimgruber. «Occorre adottare misure adeguate nei rispettivi ambiti a prescindere dall'immigrazione.» In questo s'impone sobrietà o oggettività, prosegue Leimgruber: «la migrazione non è né un male né una malattia, è una realtà del tutto normale.»

La CFM teme che la politica di contingentamento proposta dall'UDC ostacoli i processi integrativi e la coesione sociale. Dare la priorità agli Svizzeri sul mercato del lavoro avrebbe conseguenze disastrose. Significherebbe, sì, sospendere gli investimenti a favore della formazione dei giovani migranti, ma significherebbe anche discriminare gli stranieri che già si trovano in Svizzera. Non va infine sottaciuto che l'iniziativa pregiudicherebbe le opportunità dei giovani Svizzeri di compiere studi o di trovare un impiego in altri Stati europei. Infatti, l'eventuale accettazione dell'iniziativa implicherebbe la denuncia dell'accordo sulla libera circolazione delle persone, con le conseguenze che indubbiamente ciò avrebbe per i circa 500 000 Svizzeri che soggiornano nell'UE e nell'AELS.


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Ultima modifica 30.01.2024

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